Questo Concerto è Esistito


Di solito non scrivo molto e non credo nemmeno di essere bravo a parlare, ma voglio provare a raccontare una cosa successa un anno fa, a me, ad alcuni amici e ad altre 5000 persone(600 per la questura), che erano lì per lo stesso motivo, piene di sogni, speranze ed emozioni. 

Tranquilli, è un fatto bello, dove non muore nessuno e vincono l'amore, l'amicizia e la musica e regna incontrastata la pioggia.

Come in ogni storia o conversazione che si rispetti, quando non si sa cosa dire, si inizia a parlare del clima e io, quindi, inizio proprio col clima, il più fedele, coerente e costante accompagnatore di questo viaggio.

Napoli.

20 novembre 2015 ore 23:59.

Pioveva, mamma come pioveva, sembrava che volesse venir giù tutta l'acqua che non era piovuta durante l'anno. Un gruppo di amici si imbarca alla meno peggio su uno dei vari megabus che quella notte attraverseranno l'Italia e parte, non i più lontani dalla meta, ne i più fomentati dalla partenza, abbastanza assonnati da tentarle tutte per addormentarsi, ma abbastanza abituati alle comodità da non riuscire a chiudere occhio tutta la notte.

Bologna.

21 novembre ore 7:00.

Un gruppo di zombie, amici, ma zombie scende dal pullman e in un semi stato di incoscienza cerca di fare il punto della situazione per raccapezzarsi sul da farsi o almeno capire in che direzione andare per raggiungere il B&B, anche se l'unica cosa che sembra essere importante in quel momento è trovare e consumare ingenti quantità di caffeina per provare a dare un senso umano alla faccenda. A nulla può l'aria fresca del mattino.
Si brancola nel buio e nell'umido.
Caffè?
Piove.
Caffè?
Piove.
Caffè?
Piove.
-Caffè, dove sei?
Piove.
Caffè?
-Perché non piove caffè?
Miraggio.
Apparizione.
Piove.
Bar...Cinese?!? avranno il caffè?
Caffè!!
Zaino in spalla e via sotto i portici bolognesi con espressioni beate e tutto sembra più caldo, asciutto e colorato.
Il tutto poi accade in rapida sequenza.
Piove.
B&B raggiunto.
Qualche ora di sonno recuperata.
Doccia.
Caffè ancora.
Piove.
Pranzo da una zia molto ospitale.
Piove.
Giretto in centro a cercare il tipo di Berlino che si è perso, ovviamente senza dimenticare la tappa caffè.
Forse è il caso di avvicinarsi al Paladozza.
Tappa tattica al B&B e via a far la fila.
Piove.
Bravo chi ha costruito il Paladozza, tetto sporgente per riparare dalla pioggia.
-CAZZO! non fanno entrare il vetro e noi abbiamo la bottiglia da dare ai regaz, guarda sta passando Matteo Romagnoli, bussa sul vetro del portone che la diamo a lui.
Toc toc toc toc.
Passa un Matteo che sente bussare, guarda, saluta e se ne va.
[semi-cit.]
-Scriviamo a Bebo, mi dispiace che non sarà più una sorpresa ma è l'unica soluzione.
Messaggio.
Risposta.
-Tra 5 minuti all'ingresso artisti.
Messaggio che alleggerisce un po' il cuore dalla tensione di non poterla portare dentro e lo zaino che comunque con scatola e tutto pesa.
Bottiglia di Crema Strega consegnata tra abbracci, ringraziamenti e in bocca al lupo.
-Ci vediamo dopo, noi saremo quelli sul palco. Carota umorista.
Loro entrano, passa anche Toffolo.
Si ritorna in fila, le porte si aprono e iniziano i controlli agli zaini.
-Avete bottiglie di vetro? 
-No, ehehe.
-E di plastica? 
-Uhm, si.
-Via i tappi e bevetele o buttate tutto.
-Ma sono intere...
Le bevemmo, e la vescica si vendicò, stimolata dall pioggia.
Il palazzetto si riempì in fretta, l’hype era tanto, la voglia di accaparrarsi iposti migliori anche. 
-Li si vendono le birre! Posto perfetto.
Le luci si spengono, poco dopo se ne riaccendono poche.




Quelle giuste, che sembrano abbracciare Max Collini (ODP, Spartiti) che incanta tutti con un monologo da brividi. Folla scaldata come solo lui sa fare e termina con:
"...Amiche ed amici, sorelle e fratelli, signore e signori, compagne e compagni Lo Stato Sociale..."









Ci sono anche sorprese e inediti che poi sono entrati in testa e non sono andati più via.
"Campetto" degli "Altre di B" ad esempio.




Spuntano fuori collaborazioni improbabili ma indimenticabili.



-Quando ho visto il tuo spettacolo io ridevo ai monologhi e lei piangeva tutto il tempo quando c’erano le canzoni, volevo una cosa un po’ così. (Lodo)
-Allora, tu vuoi che pianga...(Brunori)
-Si.(L)
-Che piangano?(B)
-Si! Falli piangere.(L)
-Tu fai la seconda strofa che io ti faccio il secondo ritornello che piangono.(B)
-Così impari anche tu, è per crescere.(L)
-Molto, molto bella questa cosa.(B)




Una delle collaborazioni, merita un'attenzione speciale.
-Gli ho detto di togliersi la giacca, altrimenti ci infila le mani dentro...(Bebo)
Sale sul palco Eriano Guidetti, per "Linea 30", la sua canzone.



Lacrimoni e un pensiero forte a chi era in stazione il 2 di Agosto del 1980.
Poi tutto procede tra aerobica, sbandieramenti, twerk, bacini, Lodo col velo, risate, pogo, teste tra le mani e balletti.







-Oh, ma quello e Sio. Hey tu della birra, gli porti una birra al tipo col codino e felpa rossa in tribuna?
Felicità dimostrata da tante sbracciate di saluto, una birra finita in tre sorsate e una birra di rimando a me da lui. Grazie ancora, però non possiamo continuare sta storia che ogni volta che ci vediamo uno offre la birra all'altro e  l'altro ricambia, perchè alle fiere ci vediamo in orario colazione, meglio un caffè a quell'ora.





Ad un certo punto si è levato un grido unanime "OOOOH, ma è seggiovia!", assafà almeno una volta live s'è sentita.








Finito il concerto, ora c'è il momento degli abbracci, ma come dice il Professor Oak, c'è tempo e luogo per ogni cosa, ma non è questo.
Piove.
Via di corsa al TPO dove si continua la serata che diventerà nottata e poi mattina.
-Ciao Dente, stessa strada eh?
-Ciao, si!
E allungò il passo.
Piove.
-Entriamo un attimo nel bar a ripararci e a mangiare un boccone?
-Guarda c'è Brunori, facciamoci una foto.
Foto fatta.
Si ritorna al TPO.
Piove.
Siamo tutti lì pubblico e artisti, come in una grande festa, è una grande festa, e i festeggiati siamo tutti noi, tutti amici, anche tra sconosciuti. 
Piove, ma non importa.
Si sta bene, tutti insieme, vecchi amici si ritrovano, nuovi amici si trovano, sconosciuti si troveranno, nei prossimi giorni, mesi dopo il concerto, perché se ne parlerà ancora, Oggi, dopo un anno si riprende a parlarne, anche se tra chi c'è stato, in fondo non si è mai smesso, così come non si è mai smesso di emozionarsi per le canzoni, di ridere per le gag, di piangere per i momenti toccanti. La musica è soprattutto questo e l'amore per essa provoca tutte queste cose. Non sarà stato, ne sarà il miglior o il peggior concerto della vita di nessuno di noi, ma è sicuramente stato tra i più sentiti, grazie a quei cinque cazzari sul palco, che in maniera quasi prepotente sono diventati nostri amici nella vita e fratelli nelle emozioni. 
Ancora lacrime o forse pioggia, quando, ormai di mattina, ci salutiamo tutti, chi riparte, chi va a dormire, chi va a farsi un giro in centro, chi va a comprare tortellini, chi un kebab, chi magari un'altra birra se la farebbe pure ma si è già bevuto tutti i soldi.
La giornata post festone passa mesta e i ricordi ancora travolgono, aumentati dalla stanchezza e dalla mancanza di sonno. Tutto è andato bene, le aspettative sono state abbondantemente superate, la voce l'abbiamo persa, i cuori sono pieni, i vestiti asciutti perché è uscito un bel sole e si tiene duro per tirare avanti finché non si fa sera ed è il momento di risalire sul pullman per ritornare alla realtà e riposarsi qualche ora, se non fosse per quelle sfaccimm e turiste tedesche che si so piazzate al primo posto e io ho già il mal d'auto solo a vederle e che cazz.
A distanza di un anno, grazie ancora di tutto.
Mò muovetevi a partorire sto disco che ci siamo rotti di aspettare.
Ciao regaz.

Le Espressioni di Zoe

Salve a tutti.
Oggi tratteremo di un argomento estremamente importante, utile per la sopravvivenza tra le mura domestiche e\o in sale concerti, club o lanifici di numero imprecisato ma tendenti al 25. La terribile realtà che affronteremo è "le espressioni di Zoe", il tutto correlato di foto esplicative per non far annoiare il lettore.

Iniziamo!

Col primo scatto, possiamo individuare un esemplare selvatico di Zoe intenta a scrutare i paraggi in cerca della vittima sacrificale di turno.


Una volta individuata, l'espressione già gelida si indurisce, lo sguardo di ghiaccio si blocca e non c'è più possibilità di scampo. Da notare come, nonostante l'efferatezza della caccia, c'è comunque una grande eleganza di gesti e lineamenti.


Appare quindi un ghigno soddisfatto, sul volto della Zoe, probabilmente causato inconsciamente dalla consapevolezza di essere la migliore in quello che fa, ma quello che fa non è bello, è necessario alla sopravvivenza.


Sazia della sua vittima e soddisfatta delle sue abilità si concede uno sguardo sognante verso quelle che sono un suo richiamo naturale, come una lampada per una rondine di mare, anche lei viene attirata dalle luci, del palco però.


Fin'ora sono state usate foto estratte dalla macchinetta semi distrutta della vittima, che ha potuto assistere a quella che è veramente la Zoe nel soddisfacimento dei suoi bisogni.
Con l'ultimo scatto vogliamo mettere in risalto le capacità di dissimulazione della Zoe, infatti agli ignari avventori si mostra schiva e di una tenerezza tale che nessuno pensa possa compiere atti del genere.



Grazie per averci seguito con attenzione e interesse.
Speriamo possiate trarre insegnamento da questa vicenda, così, nel caso ne incontriate un esemplare, sapete di dovervi munire di tanta dolcezza e tanta birra per calmarla, entrare nelle sue grazie ed uscirne illesi.
Al prossimo episodio.
Arrivederci.





Mucky Fingers - live TILT